Il Campo Visivo-vicino a voi

Il Campo Visivo

​​​​​​​Il Campo visivo
 
 
Il campo visivo è la porzione di spazio che si è in grado di vedere tenendo lo sguardo dritto in avanti. Il campo visivo binoculare è quello riferito alla visione con entrambi gli occhi, quello monoculare è riferito a un solo occhio (i campi visivi monoculari si sovrappongono parzialmente nella visione binoculare).

Il campo visivo è diviso in quattro quadranti costituiti da due assi perpendicolari che si intersecano nel punto di fissazione.

 

Le alterazioni del campo visivo si possono far risalire a:

· lesioni dei nervi ottici: destro o sinistro, l’alterazione è omolaterale, cioè se è danneggiato il nervo ottico di destra si avrà un campo visivo dell’occhio destro alterato e viceversa)

· Lesione del chiasma ottico: la regione dove si uniscono i due nervi ottici; una lesione del chiasma provocherà un’alterazione in entrambi i campi visivi.

· Lesioni cerebrali: possono alterare il campo visivo; in genere tali lesioni sono in corrispondenza con una determinata porzione di campo.


In cosa consiste l’esame del campo visivo


 

L’esame è un test che consente di rappresentare graficamente il campo visivo; in altri termini è un metodo che serve a misurare la visione dello spazio che circonda l’occhio.
Si tratta di un test fondamentale nella diagnosi e nella valutazione del glaucoma, ma può risultare di notevole utilità anche nello studio di alcune patologie a carico di:

· retina: distacco, retinite pigmentosa, retinoblastoma, retinopatia diabetica, ecc.),

· nervo ottico,

· sistema nervoso centrale: ictus, ischemia,

· talvolta può essere utile anche nell’individuazione di alcuni tumori cerebrali o ipofisari e di aneurismi.

L’esame del campo visivo non è un test doloroso o fastidioso, ma a differenza di altri test diagnostici richiede una certa collaborazione da parte del paziente e qualora vengano esaminati entrambi gli occhi può durare anche 40-45 minuti.

Il paziente deve appoggiare mente e fronte all’interno di un’apposita struttura (cupola); l’occhio non esaminato viene coperto. Il paziente deve fissare uno o più punti che si trovano al centro dello strumento e deve premere un apposito pulsante ogni volta che percepisce di fronte a sé uno stimolo luminoso, anche se di scarsa intensità.

È fondamentale non ricercare stimoli luminosi spostando lo sguardo.

L’attendibilità dell’esame risulta ridotta nel caso in cui:

  1. si prema il pulsante senza che vi sia stato uno stimolo luminoso,
  2. si perde spesso la fissazione
  3. si danno risposte differenti relativamente alla medesima area.

In seguito, un software elabora i risultati del test.
Il metodo appena descritto è noto come
perimetria e ha sostituito la vecchia campimetria, metodica che prevedeva che gli stimoli luminosi venissero proiettati su una parete.


Le differenze nella modalità d’esame del campo visivo

 

Possono riguardare:

  • l’ambiente di esecuzione e il numero di mire (punti di fissazione)
  • il colore dei flash (in genere giallo o arancione)
  • il tipo di strumento (Octopus, Humphrey)
  • la finalità (per esempio la medicina legale, come nel caso di rilascio della patente, utilizza l’Octopus, mentre per scopi fisiopatologici si utilizza l’Humphrey)
  • il diametro della cupola
  • la durata dello stimolo (per esempio uno o due decimi di secondo)
  • le tecniche di controllo della fissazione, fondamentale perché l’esame risulti attendibile
  • il software di elaborazione.

 

L’esame del campo visivo è totalmente affidabile?

 

Come per tutti gli esami, sono possibili errori o artefatti che comunque lo specialista sa ben gestire.

  • Sesso – Ci sono lievi differenze fra i campi visivi di uomini e donne.
  • Età – La sensibilità retinica (capacità della retina di percepire gli stimoli sullo sfondo illuminato) è l’inverso della soglia, cioè quel valore di luminanza per cui lo stimolo è percepito: quanto più alta è la soglia, tanto più bassa è la sensibilità retinica. L’unità di misura è il dB (decibel). La sensibilità è più alta al centro del campo visivo mentre va gradualmente riducendosi verso la periferia. Si riduce di 0,5 dB ogni 10 anni.
  • Occhiali – Nei casi di miopia o ipermetropia elevata si può avere un restringimento del campo visivo o l’effetto prismatico della lente correttiva con decentramento della macchia cieca. Inoltre, con una lente troppo distante dall’occhio si possono avere scotomi (area di cecità all’interno del campo visivo) anulari (a quadrifoglio). In questi casi, se possibile, è opportuno usare lenti.
  • Posizionamento della lente – Se la lente non è ben centrata sull’occhio si possono avere scotomi di forma semilunare.
  • Posizionamento della testa.
  • Anatomia facciale – Un naso o un tetto dell’orbita oculare troppo prominenti, una ptosi (abbassamento della palpebra) possono causare falsi positivi per difetti perimetrici.
  • Abnorme diametro pupillare – Nel caso di uso di droghe, farmaci particolari o negli anziani (miosi senile)
  • Problemi psicologici – Sono sia positivi (il paziente ripete l’esame più volte e “impara” a eseguirlo correttamente), ma soprattutto negativi (stanchezza, mancanza di motivazione).


Indici dell’esame del campo visivo


 

VFI: l’indice campo visivo misura, in percentuale, la funzione visiva del paziente rispetto a quella di una popolazione normale corretta per età. A mano a mano che la perdita del campo visivo progredisce, VFI cala.

 

MD o Mean Deviation (deviazione media): la media delle differenze fra i valori soglia del paziente con quelli ritenuti normali per quell’età (normale per valori compresi tra -2 e +2 dB) esprime il difetto medio ed è correlata linearmente con il danno; per esempio secondo la classificazione di Hodapp un danno è iniziale se MD<-6.

 

PSDpattern standard deviation(Humphrey) e LVloss variance ( Octopus ): corrisponde al quadrato della deviazione standard di MD.

SF (fluttuazione a breve termine): coerenza della risposta del paziente; indica l’instabilità del campo visivo. Se SF<2 dB allora il difetto è stabile, altrimenti il difetto sta peggiorando velocemente.

Varianza del Danno Corretta (CLV Octopus = CPSD2 Humphrey): indice simile alla LV, ma depurata dalla SF.

A seconda dell’apparecchiatura usata è possibile avere anche altri interessanti indici, per esempio il Glaucoma Hemifield Test ( GHT ) che è un confronto tra la sensibilità di cinque piccole aree paracentrali situate nell’emicampo superiore e le cinque corrispondenti aree collocate specularmente nell’emicampo inferiore. La risposta GHT può essere entro i limiti normali, fuori limiti normali, al limite.

 

Glaucoma ed esame del campo visivo


 

Secondo le direttive emanate dalla EGS, la Società Europea per il Glaucoma, è necessario eseguire almeno due esami per l’identificazione dello stato di partenza del campo visivo e in seguito altri tre esami ogni due anni (secondo alcune ricerche nell’86% dei casi l’alterazione del campo visivo non è ripetibile).

Per identificare il livello di progressione del danno è indispensabile la conferma in uno o due campi visivi successivi.

In linea generale si consiglia di ripetere l’esame da una a tre volte all’anno, con una frequenza maggiore nel caso in cui vi sia un maggiore rischio di progressione del danno oculare e di minore ripetibilità dei risultati ottenuti. 
 

 

 

 

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