La MOC-vicino a voi

La MOC

Moc
 
Il test di densimetria ossea permette di sapere se si è affetti da osteoporosi, o comunque se lo stato di salute delle ossa deve essere fonte di preoccupazione; questo test viene anche chiamato Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC).
L’esame richiede l’utilizzo di un’apparecchiatura per misurare la densità delle ossa e permette di stimare la quantità di osso nell’anca, nella colonna vertebrale e talvolta in altre ossa. Il risultato del test sarà di ausilio al medico nel prescrivere le raccomandazioni a protezione delle ossa in caso di osteoporosi.
L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro (il termine “sistemica” indica che colpisce tutto l’organismo) caratterizzata da un’alterazione della qualità delle ossa, che ne aumenta il rischio di frattura.

Si classifica in:
  • Primitiva, quando compare in modo naturale dopo la menopausa o comunque con il passare degli anni,
  • Secondaria, quando causata da un fattore diverso (farmaci, malattie, …).

Le stime parlano per la popolazione italiana di circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini affetti da osteoporosi, numeri destinati ad aumentare nei prossimi anni con il progressivo e apparentemente inarrestabile invecchiamento della popolazione.
In passato la scoperta dell’osteoporosi era sempre successiva alla frattura di un osso, a quel punto però le ossa potevano già essere molto fragili. Il test di densitometria ossea rende più accurato il calcolo del rischio di fratture.
La densitometria ossea usa i raggi X per misurare i grammi di calcio e di altri minerali ossei accumulati nel segmento di un osso. Le ossa misurate in genere sono la colonna vertebrale, l’anca e l’avambraccio.
La MOC permette quindi di stabilire se la densità ossea è normale, ridotta (osteopenia) o se c’è osteoporosi. È l’unico esame che può diagnosticare l’osteoporosi. Minore è la densità ossea, maggiore il rischio di frattura di un osso.

Il test permette al soggetto e al medico di:
  • Sapere se le ossa sono fragili o affette da osteoporosi prima di subire fratture,
  • Stimare le probabilità di fratture in futuro,
  • Vedere se la densità ossea migliora, peggiora o rimane costante,
  • Valutare l’efficacia di un farmaco per l’osteoporosi,
  • Verificare se dopo una frattura c’è osteoporosi.

 
Indicazioni
 
Il medico prescrive il test di densitometria ossea per:
  • Identificare riduzioni della densità ossea prima di fratture,
  • Determinare il rischio di fratture ossee,
  • Confermare una diagnosi di osteoporosi,
  • Monitorare il trattamento dell’osteoporosi.

Si noti che l’esame non è mai richiesto con carattere d’urgenza, la MOC permette di ottenere una valutazione quantitativa della densità ossea, parametro che va incontro a cambiamenti molto graduali nel tempo. In caso di dolore alla colonna vertebrale o all’anca nell’immediato può quindi essere più utile un esame radiologico.

Benché l’osteoporosi sia più comune nelle donne anziane, può svilupparsi anche negli uomini. A prescindere dal sesso e dall’età, il medico può raccomandare un test di densitometria ossea quando sussistano uno o più fattori di rischio:
  • Età: la probabilità di andare incontro a frattura aumenta esponenzialmente con l’età, anche se subentrano altre cause oltre alla diminuzione di densità ossea;
  • Precedenti fratture: studi recenti dimostrano che pregresse fratture, indipendentemente dalla sede, aumentano il rischio di nuove fratture (in particolare quando vengono colpite vertebre, polso, femore e omero).
  • Riduzione dell’altezza: soggetti la cui altezza si sia ridotta di almeno 4 centimetri potrebbero avere fratture da compressione della colonna vertebrale, di cui l’osteoporosi è una delle cause principali;
  • Famigliarità: un genitore con pregressa frattura al femore, o comunque con storia di osteoporosi, aumenta il rischio di sviluppare lo stesso problema;
  • Trapianto: soggetti sottoposti a trapianto d’organo o midollo osseo hanno un maggior rischio di osteoporosi, in parte perché i farmaci anti-rigetto interferiscono con il processo di ricostruzione ossea;
  • Mancanza di vitamina D;
  • patologie: molte malattie aumentano il rischio di osteoporosi, tra cui artrite reumatoidediabeteBPCOmalattie infiammatorie intestinaliAIDSParkinson, …
  • farmaci: Nelle donne, oltre al naturale abbassamento degli ormoni che si verifica dopo la menopausa, gli estrogeni possono ridursi anche durante alcuni trattamenti per il cancro. Alcuni trattamenti per il cancro della prostata riducono i livelli di testosterone negli uomini. Bassi livelli di ormoni sessuali indeboliscono le ossa. Anche lunghe cure di cortisone possono aumentare il rischio.

Le linee guida italiane prevedono che la MOC venga prescritta a:
  • donne oltre i 65 anni e maschi oltre i 70 anni di età;
  • Qualsiasi età in presenza di pregresse fratture da fragilità, di riscontro radiologico di osteoporosi o di fattori di rischio maggiori per osteoporosi (uso di farmaci osteopenizzanti o malattie associate ad osteoporosi);
  • Donne in postmenopausa o uomini di oltre 60 anni in presenza di fattori di rischio (menopausa prima dei 45 anni o periodi di amenorrea premenopausale > 6 mesi, inadeguato introito di calcio o condizioni di rischio per ipovitaminosi D, periodi prolungati di immobilizzazione, fumo, abuso di alcool, magrezza, familiarità).

La statunitense National Osteoporosis Foundation (NOF, fondazione nazionale per l’osteoporosi) raccomanda l’esecuzione del test nei seguenti casi:
  • Donna di almeno 65 anni,
  • Uomo di almeno 70 anni,
  • Frattura dopo i 50 anni,
  • Donna in età menopausale con fattori di rischio,
  • donna in età post-menopausale sotto i 65 anni con fattori di rischio,
  • uomo tra i 50 e i 69 anni con fattori di rischio.

È infine disponibile un test messo a punto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per calcolare il rischio di frattura nei successivi 10 anni, il FRAX test; si tratta di uno strumento in grado di affiancare il medico nella gestione del paziente, considerando fattori quali
  • Età,
  • Sesso,
  • Peso e altezza,
  • Densità ossea,
  • Fumo,
  • Consumo di alcolici,
  • artrite reumatoide,
  • Uso cronico di cortisone,
  • Precedenti fratture,
  • Famigliarità

per stimare la probabilità di frattura di un’anca o altre ossa maggiori.
 
Rischi e benefici

 
L’esame non è invasivo, non è doloroso e non richiede anestesia.
Gli apparecchi attualmente più usati utilizzano una quantità di radiazioni di molto inferiore a quella emessa durante gli esami radiografici, questo significa per esempio che l’operatore che supervisiona l’esame può stare nella stessa stanza con il paziente. Vanno in ogni caso evitati per scrupolo durante la gravidanza.

I principali vantaggi della MOC sono:
  • È il metodo più accurato disponibile oggi per la diagnosi di osteoporosi,
  • Il risultato è considerato un’accurata indicazione del rischio di frattura,
  • Il dispositivo necessario è ampiamente disponibile rendendo l’esame di facile accesso per i pazienti.

I limiti del test di densitometria ossea sono:
  • I dispositivi periferici, che misurano la densità delle ossa dell’avambraccio, delle dita o del calcagno, potrebbero avere un’accuratezza inferiore rispetto a quelli centrali,
  • L’eventuale diagnosi di osteoporosi posta attraverso la MOC non permette di per sé di individuare la possibile presenza di una causa all’origine.
 

Preparazione del test

I test di densitometria ossea sono facili, veloci e indolori. Di fatto, non è necessaria nessuna preparazione, salvo evitare l’assunzione d’integratori di calcio nelle precedenti 24 ore.
Tutto ciò che è di materiale metallico (cerniere, bottoni, occhiali, anelli, chiavi, …) va rimosso prima di sottoporsi all’esame.
Se il test viene eseguito in ospedale o in laboratori di analisi, assicurarsi di informare il medico di eventuali esami recenti con bario o di iniezioni di mezzo di contrasto per esami TAC o RM. I mezzi di contrasto potrebbero interferire con il test di densitometria ossea.
 
Come si esegue la Moc

 
A differenza di esami come la risonanza magnetica, la MOC non richiede che il paziente sia chiuso in un tunnel o in un anello, situazioni che possono mettere a disagio pazienti claustrofobici; è invece sufficiente sdraiarsi su un piano aperto, con la sola richiesta di restare perfettamente immobili durante l’esecuzione dell’esame.
Durante il test un braccio automatico passerà lentamente sopra il corpo rilasciando debolissime radiazioni mirate in punti specifici del corpo (per esempio anca e colonna vertebrale); l’apparecchio in questo modo è in grado di ricostruire un’immagine delle ossa analizzate per valutare la densità.
In genere la durata è di pochi minuti, leggermente variabile in base alla parte del corpo trattata (potrebbero essere necessari fino a 30 minuti circa).
Apparecchi di dimensioni inferiori, tanto da essere portatili, sono in grado di misurare la densità di ossa alle estremità dello scheletro, ad esempio le dita, il polso o il calcagno. Gli strumenti impiegati per questi test sono detti dispositivi periferici e sono considerevolmente meno costosi di quelli eseguiti con dispositivi centrali.
Poiché la densità ossea può variare da un punto all’altro del corpo, una misurazione condotta a livello del calcagno in genere non è accurata nel predire il rischio di fratture come una misurazione eseguita a livello della colonna vertebrale o dell’anca. È il motivo per cui a fronte di un test positivo con dispositivo periferico il medico potrebbe raccomandare un esame di controllo sulla colonna vertebrale o sull’anca per confermare la diagnosi.

 

Interpretazione dei risultati


I risultati del test di densitometria ossea vengono riportati utilizzando il T-score, un valore che mostra di quanto la densità ossea è maggiore o minore rispetto a quella di un adulto di 30 anni. Il personale medico guarda al T-score più basso per diagnosticare l’osteoporosi.
Significato del T-score
Secondo l’OMS:
  • Un T-score di -1,0 o più alto corrisponde a una normale densità ossea.
  • Un T-score tra -1,0 e -2,5 significa che la densità ossea è bassa, ossia è indicativo di osteopenia.
  • Un T-score di -2,5 o meno è diagnostico di osteoporosi.
  • Si parla infine di osteoporosi conclamata quando il T-score è inferiore a -2,5 ed è presente una o più fratture da fragilità.
Più basso è il T-score, più bassa è la densità ossea (si noti che si parla di numeri negativi) perché è maggiore la differenza rispetto a un adulto sano.
È importante notare l’esigenza di qualche puntualizzazione in merito ai risultati per la valutazione della massa ossea dei bambini; sarebbe non del tutto corretto confrontare la densità minerale ossea dei bambini con i dati di riferimento degli adulti (calcolo su cui si basa il T-score), perché la densità sarebbe sottostimata, con il rischio di errate diagnosi di osteopenia.
Per evitare questo problema i punteggi vengono corretti per sesso ed età, con la trasformazione del dato nel cosiddetto Z-score. Questo approccio può essere usato, oltre che nei bambini, anche per adolescenti, donne in età fertile e uomini giovani.
Uno Z-score sopra -2,0 è normale secondo l’International Society for Clinical Densitometry (ISCD, società internazionale di densitometria clinica).
Al ridursi del T-score o dello Z-score il rischio di fratture viene ad aumentare.

 

Indicazioni terapeutiche e osteopenia


 
I risultati di un test di densitometria aiutano il medico a stabilire cosa fare per ridurre le probabilità di fratture. Nel prendere decisioni su trattamenti con farmaci per l’osteoporosi, il medico considererà anche i fattori di rischio per l’osteoporosi, le probabilità di fratture, l’anamnesi e lo stato di salute attuale.

Il trattamento dell’osteoporosi deve essere finalizzato alla riduzione del rischio di frattura, ma è bene sottolineare che i provvedimenti non farmacologici e l’eliminazione dei fattori di rischio modificabili sono validi per l’intera popolazione:
  • garantire un adeguato consumo di calcio, preferibilmente attraverso la sola dieta (quando non fosse possibile si può ricorrere a integrazioni),
  • garantire un’adeguata produzione di vitamina D attraverso l’esposizione al sole, quando questo non fosse possibile si può ricorrere a integrazioni (spesso necessario in età avanzata),
  • Praticare un’adeguata e regolare attività fisica, che è stato dimostrato avere effetti diretti sulla mineralizzazione ossea,
  • Smettere di fumare,
  • Ridurre il consumo di alcolici,
  • ridurre il rischio di cadute attraverso interventi correttivi negli ambienti domestici e professionali.
In alcuni pazienti gli interventi sullo stile di vita potrebbero non essere sufficienti a risolvere uno stato di osteoporosi o di osteopenia e diventa quindi necessario ricorrere ai farmaci.
 
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