Le pause possono durare da pochi secondi ad alcuni minuti. Possono essere anche più di 30 in un’ora. Di solito la respirazione riprende normalmente, in alcuni casi accompagnata da un sonoro russamento.
L’apnea nel sonno è di norma una patologia cronica (continua) che disturba il sonno e quando la respirazione si interrompe o rallenta spesso il paziente passa dal sonno profondo a un sonno più leggero. La qualità del sonno, quindi, è molto scarsa, per questo motivo ci si sente stanchi durante il giorno. L’apnea nel sonno è una delle cause più frequenti dell’eccessiva sonnolenza diurna.
È un disturbo sotto-diagnosticato, perché spesso non è possibile inquadrarla attraverso la sola visita medica e non esistono esami del sangue utili per diagnosticarlo.
La maggior parte dei pazienti che ne soffre non sa di essere malato, perché il disturbo si presenta soltanto durante il sonno. In genere sono i famigliari o il partner a notare per primi i sintomi.
La tipologia più comune è l'apnea ostruttiva, in cui le vie respiratorie collassano o si ostruiscono durante il sonno, rallentando o interrompendo la respirazione: quando si cerca di respirare l’aria che attraversa l’ostruzione può causare un forte russamento. L’apnea ostruttiva del sonno è più diffusa tra i pazienti in sovrappeso, ma può colpire chiunque; ad esempio i bambini che hanno le tonsille ingrossate possono soffrire di apnea ostruttiva.
L'apnea centrale del sonno è invece un tipo di apnea nel sonno meno diffuso: la zona del cervello che controlla la respirazione non invia i segnali corretti ai muscoli addetti alla respirazione, quindi, per brevissimi istanti, l’organismo “si dimentica” di respirare.
L’apnea centrale nel sonno può colpire chiunque, tuttavia è più diffusa tra i pazienti che soffrono di alcune patologie o che usano determinati farmaci.
L’apnea centrale nel sonno può colpire il paziente insieme all’apnea ostruttiva, oppure può presentarsi da sola. Normalmente l’apnea centrale del sonno non provoca il russamento.
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